Madonna delle Grazie

Altro monumento importante a Rosciolo è lo scenografico complesso di "Santa Maria delle Grazie", la chiesa madre dedicata alla Vergine, che si trova al centro del paese.

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Descrizione

Altro monumento importante a Rosciolo è lo scenografico complesso di "Santa Maria delle Grazie", la chiesa madre dedicata alla Vergine, che si trova al centro del paese. Si hanno documenti sull'esistenza del castello di Rosciolo fin dal sec. XI e se ne deduce che la sua Chiesa Parrocchiale sorgeva in modeste forme quando, per donazione del Conte Berardo, tutto il territorio passò ai Benedettini. Le antiche strutture dell'edificio sparirono nei secoli seguenti e specialmente nel XV e XVI sec. Con importanti restauri, che furono quasi una completa ricostruzione. Ma rimase un portale del sec. XIII a fianco dell'ingresso maggiore, forse rimosso dal suo luogo d'origine, quando i maestri Giovanni e Martino ricostruirono l'intera facciata (a. 1446). Il portale è la superstite testimonianza della precedente più piccola chiesa , ad una navata, di cui costitutiva l'unico ingresso. E' di figura rettangolare ed ha l'architrave e gli stipiti coverti con un denso fregio a bassorilievo. L'architrave semicircolare, con cornice di forte oggetto, è sostenuto da due leoni sdraiati. Tutta la costruzione è a tre navate e sono divise da quattro archi in senso acuto su piloni quadrati, la navata di centro è coperta a soffitta, le navatelle laterali a crociera d'ogiva. Nella navata destra è posto un altarolo rinascimentale in pietra dipinta e dorata, presumibilmente resti di un tempio pagano del periodo romano imperiale. Il campanile occupa il luogo tradizionale, cioè la prima campata della navatella di sinistra. Si alza quadrato e piuttosto rozzo, poggia interamente su due arconi impostati sopra due grossi pilastri cilindrici che recano i segni dell'arte araica, probabilmente di tipo etrusco. La facciata asimmetrica a coronamento orizzontale ed il rosone gotico sono caratteri di indiscutibile valore. Nel 1446 i maestri Giovanni e Martino, due tagliapietre appartenenti alle maestranze aquilane che si erano sparse nella provincia, eseguirono il Portale centrale della facciata, di impronta ogivale con colonnine nello strombo. Ciò lo sappiamo dalla seguente iscrizione incisa nell'architrave: +ANNO.DNI. M.CCCC.XL.VI.AVE.M. G. PLEN MAGISTER. IOHANNES. ET. MARTIN. FECERUNT. HOC. OPUS. Con il restauro del 1935 sono state rimesse in luce le strutture originali dell'interno. Nel 1997 è stata ripulita l'itera facciata e sotto l'orologio è stata rinvenuta una pietra sulla quale è incisa la seguente frase : "quanti ticchi do io qui dentro a sorte, tanti passi dai tu verso la morte". Nei primi mesi del 1998 sono iniziati i tanti attesi lavori per riportare alla luce e restaurare le pitture esistenti alle volte e alle pareti.

Modalità di accesso:

Accesso libero

Indirizzo

Contatti

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Pagina aggiornata il 18/10/2024